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Diletta Coppola, interprete e insegnante di LIS (lingua dei segni italiana), ci racconta il suo lavoro e come approcciare lo studio di questa lingua. L’intervista di Francesca Travaglini.

D: Vi presento come preannunciato Diletta Coppola interprete e insegnante di Lis. 

R: Ciao Francesca grazie buon pomeriggio a te e a tutti gli ascoltatori.

D: Che cos’è la Lis?

R:  Allora l’acronimo Lis sta per lingua dei segni italiana, quindi Francesca colgo l’occasione per correggere un po’ di  preconcetti o comunque delle informazioni, non è un linguaggio ma è una vera e propria lingua, perché come tutte le lingue deve avere quattro caratteristiche principali: che sono la struttura grammaticale, il fatto che venga parlata o segnata all’interno di una comunità, il fatto che è soggetta alla mutazione del tempo e che si trasmette in famiglia.

D: La Lis per chi comunque ancora un attimo non avesse capito bene è quella che vediamo essere segnata quindi non parlata ma segnata durante i TG per esempio oppure anche durante Sanremo.

R: No per rendere un po’ la musica i miei colleghi performer sono stati bravissimi e ti dico la verità mi fa un po’ un strano per me parlare perché nel mio lavoro, non parlo mai, sempre muta.

D: Andiamo anche a parlare di parole però, a volte no si ha la tendenza quando si parla di disabilità  a dire non vedente, invece gli amici di UICI dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti mi hanno detto no, si dice ciechi oppure ipovedenti in base alla difficoltà o meno rispetto al vedere, si può dire sordo?

R: Si deve dire sordo, ancora si usa il termine sordomuto ma i sordi parlano, non sono muti certo non udente, io sento anche non udente e anche audioleso non sono dei termini appropriati, perché il termine audioleso per esempio viene usato con un’accezione scientifica per descrivere la patologia, certo il non udente va a sottolineare una capacità che già il sordo non ha di per sé e poi io specifico invece con la legge del 2006, la la legge 95 del 2006 l’articolo 1 si è stabilito che la parola da utilizzare per descrivere la comunità dei segnanti è sordo quindi non è offensivo, anzi state tranquilli perché loro si definiscono tali.

D: Abbiamo detto la lingua dei segni italiana ma io pensavo che la lingua dei segni fosse unica in tutto il mondo.

R: No non è universale, quindi ce ne sono tante, tante quante sono le nazioni si dice lingua dei segni italiana perché è una lingua vera e propria ha una sua struttura, una sua morfologia, una sua sintassi, è italiana perché viene segnata in Italia, quindi ci sarà la lingua dei segni britannica, quella francese, quella americana, ogni nazione ha la sua.

D: E come tutte le lingue può essere anche studiata, tu sei insegnante di Lis, tra poco vi spieghiamo anche, se avete curiosità di conoscere, questa meravigliosa disciplina come si fa per studiare,quindi vado dritta al punto perché io l’ho vista insegnare ai bambini e quindi anche a me in un laboratorio bellissimo in maniera veramente anche molto ludica divertente a disegnare addirittura Cappuccetto Rosso, ma perché è divertentissimo sembrava di seguire una lezione di teatro di Mimo, per cui non era uno dice lo studio delle lingue anche un po’ noioso a volte, come tutte le discipline hanno una parte di noia, invece è molto molto divertente, allora come fanno i nostri ascoltatori che magari si sono incuriositi a studiare in Italia in generale e poi nello specifico nelle marche.

R: Allora ci sono diversi gradi di apprendimento della lingua lo possono fare attraverso un percorso accademico alle università, abbiamo delle università, attualmente, in Italia in cui si può studiare la lingua dei segni, corso di interpreti sono a Milano a Venezia a Parma a Roma e poi anche nelle scuole universitarie di mediazione linguistica per esempio a Fermo, dove insegno lì mediazione linguistica, per le lingue dei segni internazionali quindi volendo si può pensare a questo approccio oppure ci sono dei corsi di formazione a pagamento di sensibilizzazione di approfondimento di conoscenza e poi dipende dall’ente erogatore sono corsi privati, possono aiutare ad accedere alle università o ad una carriera professionale, colgo l’occasione per dire che per esempio, qui a Civitanova Marche grazie all’assessore Barbara Capponi, al sindaco Fabrizio Ciarapica ci stiamo relazionando per organizzare un corso di lingua, i cui fruitori saranno esercenti o persone che lavorano nel turismo nel settore turistico, molto importante proprio per rendere accessibile la cittadinanza ad eventuali turisti sordi.

D: C’è in ballo anche un libro.

R: C’è in ballo un libro una piccola sorpresa, e grazie all’associazione nazionale di interpreti di cui faccio parte l’ ANILIS  proprio corsi di lingua dei segni, proprio per chi non può seguire l’università ma vuole conoscere questo mondo bellissimo, quindi imparare un pochino a segnare, il nostro sogno è che l’Italia diventi bilingua in questo senso visto che i sordi, essendo italiani vivono in Italia e non hanno poi accesso a tante cose, ci tengo tanto se mi permetti di ringraziare Davis Alesi e Antonella Folchi Vici, è grazie a loro due, che io sono qua oggi.

D:E allora se siete incuriositi da questo mondo seguitela  anche su i social, tu rispondi a tutti insomma.

R:  Assolutamente sì se poi tra gli ascoltatori c’è qualcuno interessato che volesse seguire un corso si può organizzare, c’è lei disponibile Diletta Coppola interprete e insegnante di Lis la lingua dei segni italiana.

D: noi Ti ringraziamo moltissimo.

R:Grazie a te Francesca per l’ospitalità e buon lavoro. 

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