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Il filosofo e saggista Diego Fusaro dice la sua sulle elezioni europee. L’intervista di Francesca Travaglini.

D: Diamo il ben ritrovato al nostro filosofo e saggista di riferimento Diego Fusaro, rieccoci qui buona domenica.

R: Un caro saluto da Diego Fusaro e buona domenica a te e agli ascoltatori.

D: Sono in corso le elezioni, però non è così semplice orientarsi, soprattutto perché c’è un po’ di sfiducia nei confronti della politica, cioè il pensiero comune è sai non so chi votare perché alla fine vanno su e fanno tutte le stesse cose.

R: È proprio così c’è una sfiducia generale che non spiegherei come semplice antipolitica come spesso si dice ,usando questa categoria, un po’ generica io ritengo che sempre più persone acquistino coscienza di quella che è l’impostura dell’Unione Europea perché le votazioni nell’Unione Europea bisogna esserne consapevoli sono una grande rappresentazione teatrale, in qualche modo, dato che il Parlamento europeo i cui parlamentari vengono eletti e votati in questi giorni di fatto non conta praticamente nulla, dato che non ha alcun potere decisionale sulle questioni di rimenti è una grande maschera, una grande coreografia, diciamo così, che fa apparire Democratico un ordine, quello dell’Unione Europea che non lo è, è come se il volante fosse bloccato e quindi poi quali che siano i parlamentari eletti devono comunque seguire il corso prestabilito e forse questo comincia a generare sfiducia anche nel popolo europeo, che a quanto pare non si sta recando alle urne con grande entusiasmo, del resto possiamo ben dire che nell’ordine della globalizzazione neoliberale abbiamo un partito unico, alla fine fintamente articolato in partiti di destra, di centro e di sinistra ma che tutti egualmente rispecchiano il medesimo messaggio, cioè sostanzialmente l’adesione ai moduli del mercato, come unica sorgente di senso è della della globalizzazione, American centrica con anche gli sbocchi imperialistici che stiamo vedendo in questi giorni e in effetti sfido chiunque a trovare un unico partito in queste elezioni europee, almeno in Italia, che metta realmente in discussione questi due capisaldi, ecco forse l’assenza di alternative che viene percepita anche dagli elettori è quello che fa sì che poi non vadano alle urne e preferiscano astenersi, del resto come dice un antico detto, se le carte sono truccate è bene non sedersi al tavolo.

D: Ma come mai questa assenza di alternative, è possibile che non ci sia un po’ di pluralismo? Cioè a nessuno va diciamo, di difendere l’altra parte o comunque le altre correnti di pensiero oppure c’è proprio un disegno preciso secondo te, dietro questo ma direi che sono molteplici le cause.

R: Una di queste sicuramente, la difficoltà oggettiva nell’immaginare alternative rispetto al sistema capitalistico, come disse il filosofo Frederich Jameson oggi è più facile immaginare la fine del mondo, che la fine del capitalismo e poi perché l’ordine neoliberale ha lavorato in maniera egemonizzato, efficacemente è riuscito a far introiettare più o meno da tutti il grande comandamento della religione del capitale, There is no alternative, Come disse Margaret Tucher e quindi tutti competono nell’agone elettorale, però la cornice, che invece quello che bisognerebbe mettere in discussione, cioè il fatto che questo sia il solo mondo possibile, proprio questo deve essere messo in discussione, ma ripeto in queste elezioni europee non vedo alcuna forza che realmente operi in questa direzione, non lo fa la destra, non lo fa la sinistra e non lo fanno nemmeno i partiti della cosiddetta opposizione al sistema, uno dei quali addirittura battendosi giustamente per la pace, oltretutto, ha detto che però non si può uscire dalla NATO, ecco non è chiaro per quali motivi non si possa uscire dalla NATO ma questa rivelazione ci dice molto su quello che abbiamo detto poc’anzi, cioè sul fatto che viene introiettato ogni latitudine l’ordine della globalizzazione imperialistica come insuperabile.

D: Bene grazie per averci detto la tua, io vi invito a leggere i libri anche di Diego Fusaro.

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