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“Storie e leggende marchigiane”: Leonardo Bedini ci racconta lu “Lupu Mannà” e come si cura. L’intervista di Francesca Travaglini.

D: Ecco qui, Leonardo Bedini con le sue storie e leggende marchigiane, ciao ben ritrovato.

R: Ciao buonasera a tutti, buonasera Francesca.

D: Oggi ci parli del lupo Manà (Lupo Mannaro).

R: Esatto le marche, terra di leggende e mostri di ogni tipo, ne abbiamo parlato già di alcuni, ma ne sono alcuni che hanno proprio testimonianze dirette, riscontri con la realtà e su tutte spicca proprio,il lupo mannà, che sarebbe il lupo mannaro, innanzitutto il lupo mannaro marchigiano, si diventa lupo mannaro,come sempre, a causa del morso del graffio di un altro che ha la stessa malattia e va bene ma non solo nelle Marche, si dice anche che un momento chiave sia il battesimo bisogna stare attenti quando si battezzano i pargoletti, alla domanda del Prete, Vis baptizat, si deve rispondere volo, scandendo bene le parole, perché in caso di impappinato o per errore del Padrino, il piccolo sarà condannato a trasformarsi al compimento del 20° anno di età, perché il 25 è il giorno di Natale, in strega se femmina e licantropo se maschio, esatto pensa questo, quanto si lega al dito i rapporti familiari sono un casino, cioè capito una parola sbagliata del Padrino, questo condannato per tutta la vita, però una volta trasformati il danno è fatto, per evitare alle comunità di sterminarci l’uno con l’altro a caccia di chi fosse il lupo mannaro si adottano stratagemmi nelle campagne per convivere con questi esseri, questi esseri strani o magari curarli, ad esempio nelle notti di luna piena tipicamente, lei che scatena la licantropia, alle case si doveva bussare tre volte perché il mannaro, trasformato, non si ricordava questa cosa, perché chiaramente era un lupo e quindi avrebbe bussato una volta sola, allora si faceva infilare la mano nei buchi delle porte di casa, quelli usati per far entrare i gatti, perché il mannaro non poteva nascondere la sua condizione con tutti i peli le unghie lunghe e così il padrone di casa poteva intervenire in che modo, ad esempio non facendolo entrare, magari va a casa di qualcun altro, io mi salvo che me ne frega di quell’altro, perché i marchigiani sono sempre altruisti, comunque certo più semplicemente proprio per curarlo,come si curava nelle Marche un lupo mannaro, allora si credeva che fosse posseduto dal demonio per quello era lupo mannaro e come tale aveva una cura molto semplice, potete applicarla anche a tutti i vostri amici posseduti dal demonio, bisognava pungerlo con uno spillo per fargli uscire del sangue, perché il sangue che usciva portava via con sé il demonio e la malattia, pungi su una casa, pungi su un’altra, alla fine guarivi piano piano, certo poi qualche contadino usava il forcone per pungerlo, ma quello era più per motivi personali credo, non usate il forcone con gli amici basta uno spillo ricordate, nel maceratese esiste un’espressione singolare emblematica riferita ai lupi mannari, cioè fare le rote, si usa in riferimento a certi pazzoidi che rotolano, mordono e ululano nel cuore della notte come animali inferociti, che se li incontravi chiaramente venivano subito additati come lupi mannari, questa creatura si rotolava a terra, chi si trovava sulla traiettoria poteva rimanere ferito sicuramente e probabilmente erano solo dei poveretti con l’epilessia malattie nervose, che le famiglie facevano uscire solo di notte per vergogna, visti con gli occhi dei superstiziosi contadini marchigiani, diventavano mostri certo per un po’, l’ignoranza che creava questi mostri, questa è colpa dell’ignoranza, è una malattia, ma c’è anche qualcosa che era provocato, perché spesso anche gli alcolizzati di paese venivano scambiati per lupi mannari, immagina di incontrare uno che va in giro tutto intontito di notte, mentre biascica qualcosa di strano con gli occhi lucidi, magari sporco di vino rosso, abbiamo il lupo mannaro perfetto, però quest’ultima situazione crea un grosso problema nelle comunità, perché come si identifica velocemente un lupo mannaro, il portatore di questa malattia sicuramente beveva molto, cercava ossessivamente l’acqua e visto che l’alcool disidrata è esattamente ciò che fa un alcolizzato, infatti molti avvistamenti avvenivano vicino ai lavatoi, fuori dalle mura, dei paesi luoghi, chiaramente proprio secondo le leggende, infestati da queste bestie che andavano lì, per bere l’acqua talmente tanto che si diceva che se c’era la luna piena e mancava l’acqua dentro casa, era meglio evitare di andare fuori al lavatoio a cercare a prendere i secchi d’acqua, perché per loro la presenza di queste bestie era sicura e pensa come venivano descritte, come umani scapigliati con gli occhi grandi e stralunati incapaci di parlare, infatti sempre a Macerata, per concludere, esiste un simpatico proverbio, che dice testualmente meglio vedere Lupo Mannaro che un omone scamiciato de genn, quindi meglio vedere un lupo mannaro, che un uomo senza camicia a gennaio, ora che abbiamo chiare le cose, ha senso almeno che il lupo mannaro lo sai definire, magari lo sai anche curare, uno che va in giro per le Marche, a torso nudoo a gennaio, vai a capire da quale locale esce, con quale sbornia, i Marchigiani sono molto furbi.

D: Grazie di averci detto come si cura un lupo mannaro, Leonardo Bedini con le sue storie e leggende forse non marchigiane, forse lo ritroviamo mercoledì prossimo.

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