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lI sacro femminile e le dee del Pantheon greco: Beatrice Silenzi intervista Giusy Shin.

D: Domenica da vivere, anche con la nostra amica Giusy Shin.

R: Ciao a tutte e tutti.

D: Allora oggi parliamo di un argomento davvero molto particolare, perché quando si parla di mitologia greca e quando si ha che fare naturalmente con certe modalità, che poi insomma costituiscono il mito, il racconto che non è propriamente storico, ma qualcuno potrebbe anche chiedersi, chissà se invece c’è un qualche fondamento di verità da qualche parte.

R: Allora diciamo che i miti sono funzionali alla società, dal sistema che le racconta perché noi siamo una specie narrante, raccontiamo storie da che mondo e mondo, noi abbiamo bisogno di storie che facciano sì che crediamo in qualsiasi cosa e abbiamo bisogno di declinare quello che ci accade, l’universo quello come funziona e le nostre antenate, i nostri antenati, osservavano le stelle e vedevano delle forme particolari e hanno messo nei disegni, hanno individuato tutta una serie di figure che poi sono diventate mitologiche.

D: Sì cosa è nato prima il mito o l’uomo?

R: Non lo so probabilmente,  gli uomini, l’uomo inteso in generale, ha avuto bisogno di raccontare le storie in un certo qual modo, spiegare il mondo  e narrare anche di un qualcosa di magico o comunque di connesso con un divino, tant’è che la mitologia per eccellenza nostra, che ci appartiene, che contraddistingue diciamo la nostra matrice culturale, è quella greca e poi romana successiva e quindi se io parlo di Zeus Marte o Ares Minerva Atena o era Afrodite, tutti sanno di che cosa sto parlando, pur non conoscendo nel dettaglio, nello specifico, tutti i miti connessi.

D: Eh c’è anche da dire che forse adesso, soprattutto in questi ultimi anni, e in particolar modo, chi è attratto da queste cose va sul web a cercare delle informazioni, sicuramente trova nei miti, che arrivano addirittura dalla Mesopotamia. 

R: Sì sono mesopotamici e c’è tutto, quindi uno dice vabbè ma sai che bello immergersi in questo tipo di cultura, in queste cose a partire dai Sumeri, quindi si va veramente indietro, uno dei primi miti, a parte vabbè l’epopea di Gil gamesh uno dei primi miti, io mi occupo quasi esclusivamente di miti connessi alle dee, alle divinità del mondo femminile sacro e uno dei miti più antichi è quello della dea Inanna, che era la dea per eccellenza dell’amore, dell’Abbondanza delle Messi e di tutto quello che era nel creato e nel cielo e in terra ed era una delle divinità, tra l’altro attesto la sua esistenza sia da iscrizioni da bassorilievi da figure che si trovano anche nei più importanti musei del mondo e da addirittura una serie di inni scritti, quindi trovati scritti sulle tavolette con caratteri uniformi e uno è appunto l’Inno a Inan che ha degli echi che somiglia moltissimo a delle preghiere molto attuali, si parla di stella del mattino di luce, che rischiar le nostre vite, sono frasi chiave di connessione col Divino appunto come ti dicevo, il cielo, le stelle, il mare, le acque e la rigogliosità della natura e quant’altro. 

D: Quello che è il mondo del Sacro, del femminile, delle nostre tradizioni degli Dei, perché naturalmente la mitologia, costituisce il nostro humus.

R: Sì assolutamente costituisce una matrice come ti dicevo e tra l’altro gran parte delle problematiche psicologiche sono state chiamate, con tutta una serie di complessi o dinamiche, tutto questo perché, un po’ secondo me, c’è proprio nel mondo greco romano ma soprattutto Greco, c’era questo mettere in scena i drammi e le sciagure umane con la tragedia al teatro, il teatro svolgeva una funzione di catarsi, attraverso il quale praticamente venivano rappresentate queste tragedie dove venivano appunto fuori tutte i vari aspetti dell’umano e le divinità sono state rappresentate nel mito nell’antichità, come con tutte le caratteristiche caratteriali e i tratti contraddistinti molto bene di di noi esseri umani viventi quindi c’avevano nel mondo greco soprattutto avevano un rapporto con il divino particolare funzionale per certi versi e quindi questo Zeus che scagliava fulmini dal monte Olimpo, quindi veniva visto sto Monte che  era pieno di fulmini in certe stagioni e poi appunto queste idee compivano degli atti veramente anche obbrobriosi e riprovevoli, ma allo stesso tempo erano capaci di grande umanità, empatia, e partecipazione alle tragedie, tra l’altro greci e romani si somigliano parecchio quindi il Pantheon, è quello che indagheremo anche nei nostri prossimi incontri, soprattutto greco e soprattutto quello delle dee, come ti dicevo che sono state, tra l’altro, riprese proprio come archetipi, archetipo è l’immagine che mi porto dentro, un’immagine che è profonda e che mi rimanda ad altre immagini e c’è una psicologia che va in quella direzione, sugli archetipi e Jung, cioè non voglio sconfinare in territori non miei, ma lui aveva individuato questi tratti della personalità basandosi anche su questi miti e c’è un grande psicoterapeuta, che si chiama James Harman, che sostiene che i miti dimenticati diventano le nostre malattie, idee, ci chiamano dall’ombra perché vogliono essere riconosciuti e un libro che parla delle idee e delle idee dentro la donna, ma degli aspetti di carattere femminile, perché ogni divinità, diciamo di questo pantheon greco, in qualche modo ci appartiene come modalità di comportamento, esatto riconoscersi in una tipologia oppure non riconoscersi affatto e quindi non avere in luce, non integrare quell’aspetto, che comunque rappresenta una totalità, noi siamo fatti di luce, di ombra, siamo fatti di vari aspetti della personalità, per fortuna, non siamo monoliti e quindi è molto bello e interessante parlarne perché con il racconto si può anche andare a vedere perché magari, non ci piace, non ci sta simpatica quella Dea.

D: Grazie intanto per essere stata con me in questa domenica ci ritroviamo la prossima settimana e sarà sicuramente un percorso interessante.

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