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La tragica vita di SAN GIRIO ce la racconta Leonardo Bedini nelle sue “Storie e leggende marchigiane”. L’intervista di Francesca Travaglini.

D: Il nostro ospite in questo caso Leonardo Bedini, con le sue storie e leggende marchigiane, ciao Leo ben ritrovato.

R: Ciao buonasera a tutti.

D: Torniamo a parlare di Santi mi dicevi.

R: Sì esatto un santo marchigiano, anche se non di origine, perché pochi giorni fa c’è stata la festa di San Girio, patrono di Potenza Picena.

D: Si tratta, mi dicevi, di una vita particolare.

R: Esatto c’è un santuario a Potenza Picena, proprio dedicato a San Girio, ma dietro c’è una storia degna di un film, allora prima di arrivare nelle Marche questa storia però comincia nella lingua che è una grande regione della Francia, dove si trova Lionello, piccolo paesino, una Baronia, posseduta dagli antenati di San Girio, da un matrimonio di convenienza nascono due figli Gerard, noto da noi come Girio, ma se ti sembra un nome strano sappi che il fratello si chiamava Effrendo, quindi non gli è andata molto male la vita per questo ragazzo, si mette subito bene, riceve in eredità metà della Baronia, entra in possesso di un sacco di beni e quando il re di Francia Filippo il bello decide che la Baronia deve essere sua in cambio gli offre una Contea, la Contea di Roccaforte quindi Girio diventa da Barone, Conte,sto ragazzo era predestinato ad essere ricco e lui grato di ciò sputò su tutti i beni terreni e decise insieme al fratello di abbandonare le sue agiatezze per vivere in solitudine spirituale e i due fratelli andarono a vivere in due caverne nei pressi del Ponte Gardone, un bel cambio di vita dalla Contea a sotto un ponte, però tutto scorreva bene finché un giorno le piogge continue avevano gonfiato il fiume talmente tanto che i due giovani rimasero imprigionati nella grotta, senza poter uscire a procurarsi il cibo, ma il miracolo era dietro l’angolo, si salvarono grazie all’aiuto di due serpenti che portarono il pane direttamente nella grotta, cessata la piena, salva la vita, Girio,si recò con il fratello a un castello distante per ricevere la Santa Comunione, trovato un sacerdote gli raccontò questo miracolo operato dal signore per liberarlo dalla morte supplicandolo però di non dirlo a nessuno quindi ovviamente il sacerdote diffuse a tutti la notizia molto velocemente e molta gente si recò nella grotta del Santo per implorare il suo aiuto, ma Girio non voleva attenzione, quindi abbandonò il rifugio per recarsi in Palestina insieme al fratello, prima di fare questo, però decise di fare tappa a Roma per venerare le tombe degli apostoli e cercare una sorta di benedizione divina, si imbarcò in un porto, ma la nave partita col vento favorevole improvvisamente si imbatte in una tremenda tempesta perché San Girio aveva una fortuna sfacciata, proprio sul punto di affondare, Girio però iniziò a pregare ancora una volta, Dio apparì in forma di uomo e placò la furia della natura, Girio a questo punto, arrivato nei pressi di Roma, si affrettò di corsa per andare alla città, finendo in un boschetto nei pressi di Viterbo per tagliare la strada e insieme al fratello si perse rischiando di morire, prima che potesse lasciarci le penne però, apparve un’orsa docile che li guidò fuori dal bosco fino alle porte di Roma, Dio li aveva salvati ancora una volta memore di questo, Girio a Roma viene a conoscenza che in Ancona viveva un certo liberio che stava per recarsi in Terra Santa, quindi decise di partire insieme a lui e partì verso le Marche, ma in tutto ciò l’uomo viveva distenti, cioè era sempre quasi a digiuno, mangiava pochissimo, nei pressi di Tolentino purtroppo il suo corpo iniziò a cedere, lo colse un dolore alla testa che peggiorò sempre di più, ma lui continuò il viaggio fino a quando giunse nei pressi di Monte Santo, l’ odierna Potenza Picena e qui dopo un paio di giorni, ospitato in una cascina dai contadini, morì e qui inizia tutta un’altra serie di miracoli, una storia parallela perché alla sua morte le campane iniziarono a suonare senza che nessuno le toccasse e il fratello e altre persone sentirono che la salma profumava e quindi cercarono di spostarlo, ma si accorsero che era impossibile perché il corpo era pesantissimo e qui nasce un problema siamo marchigiani, siamo campanilisti la fama di questi prodigi giunse a Recanati così una delegazione arrivò a cercare di rimuovere il corpo di San Girio, ma neanche loro riuscirono a spostarlo perché era troppo pesante, allora giunse una delegazione di Monte Santo e i due popoli iniziarono a litigarsi il corpo del Santo, che non è una cosa bellissima da vedere, infatti in mezzo a tutta questa confusione, con questi che litigano tra di loro, un bambino neonato iniziò a parlare, ovviamente parla un neonato capisci che devi stare zitto e senti quello che dice, perché non è proprio una cosa da tutti i giorni, il bimbo per voce di Dio ordinò di mettere il corpo su un carro trainato da buoi senza guida e che i buoi non avevano mai conosciuto il gioco, quindi erano selvaggi dove il carretto si sarebbe fermato, lì sarebbe stato il luogo di sepoltura del Santo e quindi le due popolazioni erano in trepidazione per cercare di capire chi avrebbe avuto la grazia di ospitare il santo, i buoi si incamminarono piano piano, proprio verso Monte Santo e senza essere guidati si recarono nella campagna, fermandosi precisamente nella stessa cascina in cui San Girio aveva soggiornato e nei pressi di cui era morto, ora i Marchigiani son testardi, ma che fai ti metti contro a Dio, quindi Recanati rinunciò e attraverso tutto questo giro, che parte dalla Francia, fa il giro largo, arriva nelle Marche, poi c’è il Santo che si sposta, pesa il bambino che parla Dio, che lo salva 100 volte, c’è ancora sotto quello che è l’attuale santuario, dove io sono passato, dove tutti noi passiamo ma senza sapere che sotto quelle spoglie c’è una storia dietro, che è degna di un’avventura di un qualsiasi supereroe.

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