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Leonardo Bedini nelle sue “Storie e leggende marchigiane” ci parla del MAGNIFICO INGANNO di Senigallia. L’intervista di Francesca Travaglini.

D: Ve l’ho annunciato, ed è qui con noi Leonardo Bedini, con le sue storie, leggende marchigiane, ciao ben ritrovato.

R: Ciao, buongiorno a tutti, buongiorno Francesca.

D: Oggi ho visto, ho sbirciato dai Social, ci porti a Senigallia.

R: Sì esatto, questo episodio comincia con una domanda, che quanto è bello il Rinascimento italiano, sembrerebbe bello e finirà con una domanda simile, Senigallia è una città meravigliosa, è protagonista di un episodio del Rinascimento italiano, La Rocca di Senigallia, famosa per essere inespugnabile, ha un’eccezione quando nel 1503 viene conquistata da Cesare Borgia, detto il Valentino, ma non con uno scontro militare ma con quello che è famoso, come il magnifico inganno di Senigallia, Cesare Borgia era un uomo molto ambizioso, conquistò Pesaro, Faenza, assediò Bologna, Firenze e teneva sotto controllo tutta la zona, tanto che il papa gli concesse il titolo di Duca della Romagna, quindi lo scopo della sua vita, in quel periodo,era consolidare il suo controllo su tutta la Romagna e per questo nel 1502 intraprese una nuova spedizione, da qui iniziano quelle che chiameremo in un gergo tecnico storico, le paraculate marchigiane del Borgia, quando arriva ad Urbino manda una lettera al Duca Guidobaldo da Montefeltro per chiedergli il permesso di attraversare i suoi domini e tranquillizzarlo, che non lo avrebbe invaso mai e poi mai, Guidobaldo accettò tirando un sospiro di sollievo e quella notte se ne andò ad un incontro fuori dalla città, il duca di Urbino, un uomo senza esperienza militare, aveva abboccato all’amo, Cesare Borgia cambiò rotta all’improvviso, si diresse verso Urbino ormai sguarnita e con poca resistenza impose il suo dominio e con anche un terribile saccheggio della città, questo che accadde a Urbino generò uno scandalo e un allarme nelle corti italiane, anche la Repubblica Fiorentina si sentì minacciata all’avanzata di Cesare Borgia, infatti inviò un ambasciatore ed è grazie a lui che noi sappiamo tutta questa storia, per testimonianza diretta, perché a fianco di Cesare Borgia c’era la costante presenza del celebre Niccolò Machiavelli, le ambizioni di Cesare Borgia erano senza limiti, nessuno poteva fidarsi della sua parola e infatti i suoi comandanti iniziarono a diffidare di lui, nel settembre dello stesso anno si tenne una riunione a Magione, vicino a Perugia, a cui questi condottieri tutti a lui fedeli parteciparono, gli anni erano accesi e alcuni giurano di essere disposti ad ammazzare Cesare Borgia alla prima occasione, pochi giorni dopo decisero di invadere la Romagna e mettere fine al potere dei Borgia, la posizione di quest’ultimo sembrava disperata, ma lui era furbo e grazie alla sua rete di spie sapeva della cospirazione e la volse a suo favore, si mise in contatto con alcuni cospiratori e seminò zizzania tra loro procurandosi anche l’appoggio del re di Francia, le sue manovre ebbero un successo tale che i suoi nemici si ritrovarono diffidenti uno verso l’altro e cercarono di riconciliarsi, con lui ed è qui che il Borgia diventa Game of Thrones, tutto è pronto,il Cesare Borgia, tutto pentito fa mostra di magnanimità e convoca i suoi ex alleati davanti a Senigallia con l’idea di impossessarsi della Rocca, quando si incontrano, Borgia li abbraccia, uomini che tre mesi prima volevano ucciderlo, come se fossero fratelli, li bacia sulla guancia in segno di conciliazione con gioia e tanto amore, voleva che tutti entrassero insieme a Senigallia in pompa magna per celebrare questa grande riconciliazione e così fecero con una paraculaggine impressionante, ovviamente entrati in città i condottieri stanchi volevano riposare, ma Cesare gli disse di andare subito a cena, a Palazzo, per discutere le loro strategie, poco dopo l’inizio della riunione il Borgia, si assenta per un momento, con una scusa ma appena uscì, un numero di uomini armati, si gettò sugli invitati e li arrestò tutti, le truppe di Borgia sottoposero anche la popolazione a un orribile saccheggio, due dei prigionieri furono strangolati la sera stessa, altri due pochi giorni dopo, il massacro di Senigallia era compiuto, ma perché allora non lo conosciamo come massacro, ma come magnifico inganno, perché Niccolò Machiavelli scrisse tutto ciò in un libro dal titolo inconfondibile, cioè descrizione del modo Tenuto dal Duca Valentino, nello ammazzare Vitellozzo Vitelli Oliverotto da Fermo, nel racconto quello che emerge, forse una condanna, non credo, esaltazione totale, coniando proprio il termine il magnifico inganno, perpetrato a Senigallia più ammirato per l’astuzia con cui era stato organizzato, che criticato per la sua violenza e spietatezza disse Machiavelli, a Senigallia si è compiuto un esempio di realismo politico, con pochi eguali e a questo punto la domanda diventa, ma quanto è bello il Rinascimento marchigiano?

D:  Orribile, per fortuna siamo nati negli anni 80-90, quindi grazie mille al nostro Leonardo Bedini, perché indagando la storia ci fa ringraziare che tutto sommato perlomeno in Italia in questo periodo ancora teniamo duro.

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