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Con Giusy Shin alla scoperta della dea Cupra! L’intervista di Beatrice Silenzi.

D: Questo è il nostro pomeriggio che prosegue nella domenica di radiolinea numero 1 e sono con Giusy Shin, riflessi della dea, studi sul femminile sacro, dall’antichità Mediterranea al futuro prossimo, è il libro nel quale anche la stessa Giusi, fa un intervento insieme con altre studiose, ricercatrici, insomma per parlare del femminile sacro e tu qui hai parlato della Dea Cupra.

R: Sì ho raccontato quello che ho trovato nelle mie ricerche, nei dedicati ai piceni, di eminenti archeologi e studiosi di questo popolo, perché forse tutti raccontano i piceni come un popolo di guerrieri che non sono stati sottomessi dai romani, sono stati inclusi, abili artigiani nella manifattura e quindi che hanno lasciato dei grandissimi reperti molto interessanti, che consiglio di andare a vedere, sia al museo archeologico di Ascoli Piceno che quello di Ancona, ma non tutti sanno forse, che uno dei culti che è rimasto  è attestato anche da un’iscrizione di un imperatore Piceno del secondo secolo, Adriano, che praticamente restituisce il culto della dea Cupra e Silio Italico scrive gli altari e i litorali fumanti degli altari dedicati alla dea Cupra, quindi è sicuro che sia esistita questa divinità Picena, che tra l’altro dà il nome nella toponomastica dei luoghi, ritroviamo Cupramontana, Cupra Marittima deriva da quello, sta di fatto che questo culto c’era, quindi una popolazione come quella dei piceni, che aveva la figura femminile, una divinità femminile al centro del loro sistema di culto e anche anche una rilevanza, dava una rilevanza alle donne, alla figura femminile, perché poi da figura femminile, la divinità è diventata figura maschile, nei piceni non ti so dire, so solo che c’era questo culto molto forte e ti so dire che sulla base dei ritrovamenti delle sepolture, praticamente la figura femminile era importante, non solo per gli ornamenti ritrovati nelle tombe, ma anche perché ci sono tutta una serie di ritrovamenti che davano proprio l’attestazione del fatto, che alcune figure femminili avessero dei ruoli importanti e abbiamo un bellissimo ritrovamento, che è stato effettuato a Numana- Sirolo in quell’area, una tomba a tumuli, che praticamente contiene tre carri da guerra, da guerra per modo di dire, lo studio ancora non è completo, ma è visitabile presso l’antiquarium di Sirolo, consiglio di andare, perché è meraviglioso, già il fatto che ci sia stata una rilevanza a questa sepoltura di questa figura femminile chiamata  tomba della regina o tomba del Principe, per non parlare del fatto che a Belmonte Piceno, tra l’altro a Belmonte Piceno sono state ritrovate tantissime cose, che poi lì ho visto delle cose molto interessanti, addirittura una tomba, è stata chiamata la tomba dgli amazzoni, perché con degli strumenti da guerra, ma secondo me ornamenti più che strumenti da guerra, comunque è stata tutta quell’area e tutti i reperti sono tutt’ora studiati da un’università tedesca, mi fa sempre venire in mente che i tedeschi sono particolarmente affascinati da queste cose del passato, il fatto che nelle Marche ci sia questa figura femminile, questa divinità femminile, questa devozione anche a Maria è il fatto che noi abbiamo la Sibilla, il Monte Sibilla, molti monti nelle Marche hanno il nome di donna e abbiamo questa regina che ritorna, la strada e il via Recina e la signora, la regina, cioè è comune, quando è comune dicono gli studiosi di archeomitologia, vuol dire che c’è un tratto che contraddistingue una storia legata a un sistema di culto, poi sono ipotesi,perché quando si fa archeomitologia diciamo così, si fanno delle ipotesi e senza nulla togliere agli eminenti studiosi, a tutti gli studi che sono stati effettuati, però bisogna fare una riflessione sul fatto che sicuramente i primi scavi che sono stati effettuati, finanziati da comunque studiosi, ma con un’impostazione una visione prevalentemente maschile, quindi magari uno strumento da caccia per esempio come un’arma messa su una sepoltura femminile ma sottovalutata, quando invece le amazzoni sono realmente esistite. 

D: Tra l’altro noi ci siamo già addentrati con te in altre occasioni, proprio per parlare di questo, credo che siano comunque cose che debbano essere indagate ulteriormente.

R: Sì, approfondite, indagate, potrebbero scrivere una nuova pagina della storia e anche rivalutare l’immagine della donna nei secoli.

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