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Nella rubrica “Parole di lavoro” con il dirigente dell’ispettorato nazionale del lavoro Pierluigi Rausei parliamo di cosa occorre a lavoratore e datore di lavoro per l’assunzione. L’intervista di Francesca Travaglini.

D: Torniamo alla rubrica parole di lavoro, grazie al dirigente dell’ispettorato nazionale del lavoro Pierluigi Rausei, ciao ben ritrovato, prima avevo annunciato dicendo ci sarà un argomento che piace a tutti, giustamente mi hanno scritto cos’è che piace a tutti, la pensione? No prima l’assunzione.

R: Beh non è sbagliato neanche quello come approdo finale, sicuramente l’assunzione piace di più nel senso che senza assunzione non c’è, perché parliamo di assunzione in realtà per dare un senso al termine, perché abbiamo parlato di licenziamenti, di dimissioni, abbiamo parlato tanto di sicurezza sul lavoro, ma è il caso di partire dall’inizio, perché l’inizio del rapporto di lavoro spesso viene un po’ confuso dal punto di vista dell’operatività, perché si immagina che l’assunzione sia un qualcosa che il datore di lavoro svolge da solo e che il lavoratore adempie esclusivamente presentandosi al lavoro e svolgendo l’attività lavorativa, in realtà non è così, l’assunzione non può non avvenire con un rapporto diretto fra datore di lavoro e lavoratore, non solo per il naturale scambio e confronto che precede l’assunzione che può essere fatto tramite il centro per l’impiego, tramite le agenzie per il lavoro, tramite un passaparola o degli annunci su giornali, radio, internet, ma in realtà dopo questo primo colloquio occorre che vi sia un momento documentale che il lavoratore non può non conoscere perché il tema che noi ci troviamo ad affrontare, spesso come ispettorato del lavoro, è che entriamo nelle aziende e noi troviamo lavoratori che dichiarano candidamente di essere lì in prova, e che sono stati a colloquio col datore di lavoro qualche giorno prima e che da quella giornata o da un giorno precedente sono in prova, ecco la prova non esiste, la prova esiste soltanto dopo l’assunzione, si può essere assunti,si può andare in prova, ma esclusivamente con l’assunzione, e allora come fare ad essere certi di essere stati assunti e di non essere in una prova, che in realtà è lavoro sommerso e lavoro nero e costa all’azienda €150 per ogni giornata, per ogni lavoratore, il tema e la dimensione del lavoro in assunzione è quello di un documento molto semplice che l’azienda predispone digitalmente si chiama comunicazione UNILAV, avviene tramite il portale telematico della Regione e in interoperabilità con quello del Ministero del Lavoro, in cui vengono inseriti tutti i dati e del rapporto di lavoro, dalle identità delle parti, quindi le generalità anagrafiche dell’azienda e del lavoratore, l’inquadramento del lavoratore, cioè la mansione, il contratto collettivo applicato, il livello di inquadramento, che corrisponderà poi a livello retributivo e alle tutele che dalla contrattazione collettiva deriveranno al lavoratore,  il posto di lavoro, la data di inizio del rapporto di lavoro e se trattasi di un contratto a tempo determinato anche la data di chiusura del rapporto di lavoro stesso e il periodo di prova che deve essere espressamente indicato, perché il periodo di prova per necessità di legge e per tutela de lavoratori deve essere scritto in forma scritta e non detto soltanto mandato su WhatsApp, deve trovarsi scritto nel contratto, e quindi in questo documento che assolve alle funzioni del contratto perché questo UNILAV non rimane nelle stanze segrete del datore di lavoro, ma deve essere consegnato in copia al lavoratore, il quale controfirmato quel documento, intanto ha modo di leggere tutto quello che lo riguarda, non ho completato perché poi la normativa prevede che sia indicata anche la retribuzione di inizio, l’orario di lavoro, ed evidentemente le modalità di svolgimento del rapporto di lavoro, se si tratta di una prestazione a turni o di una prestazione a lavoro spezzato o d’orario di lavoro continuativo e l’ammontare delle ore, se trattasi di un tempo parziale o di un tempo pieno, queste evidenze sono tutte nelle mani del lavoratore, il lavoratore non può non riceverle, perché l’UNILAV di fatto dato in copia al lavoratore, cioè stampato dopo averlo predisposto digitalmente consente all’impresa di affrontare un adempimento importantissimo, che è stato introdotto nell’agosto del 2022, dal cosiddetto decreto trasparente, il Decreto 104 di quell’anno che obbliga l’azienda di informare il lavoratore su tutti gli sviluppi e su tutte le caratteristiche del rapporto di lavoro, quindi l’ispettore del lavoro, quando chiederà al lavoratore se sei stato assunto, se sei qui regolarmente, il lavoratore non può non saperlo, non risponderà sono in prova se non dopo aver ricevuto in copia l’UNILAV che normalmente può seguire una lettera di impegno ad assumere una lettera cosiddetta di assunzione, ma che corrisponde all’unico effettivo adempimento che ci dice che il lavoratore è regolarmente assunto, questo è un dato fondamentale e guardate non riguarda soltanto il lavoratore dipendente, per quanto la parola assunzione riguardi soltanto il lavoratore subordinato, che sia tempo determinato, tempo pieno, che sia intermittente o parziale, ciò che difficilmente si comprende è che in realtà l’UNILAV legittima in termini di regolarità del lavoro anche la collaborazione coordinata e continuativa, anche il tirocinio quanto è svolto al di fuori di quelli curricolari scolastici o universitari, e allora è fondamentale che questo documento sia noto, che il lavoratore lo riconosca e lo conosca e che sappia averne cura, perché questo documento sarà la prova della sua assunzione, che di fatto viene legittimata dal sistema regionale che predispone sulla base degli UNILAV, ricevuti la scheda anagrafica del lavoratore, e che ciascuno di noi può andare ad acquisire, anche telematicamente, tramite i centri per l’impiego, quindi l’UNILAV ha la funzione di legittimare l’assunzione, deve essere presentato entro la mezzanotte del giorno che precede il primo giorno di lavoro, e quindi il lavoratore lo riceverà in ultima istanza alla mattina del primo giorno di lavoro, in cui il datore di lavoro lo avvierà appunto all’attività lavorativa e questo è il primo elemento essenziale, cioè essere al lavoro legalmente, quindi non essere al lavoro in nero secondo elemento assoluto vale in particolare per l’edilizia, ma tra un po’ varrà per tutti i settori in edilizia, c’è proprio una norma speciale che obbliga, prima del primo incarico del primo lavoro in cantiere, di aver fatto una formazione obbligatoria di 16 ore in materia di sicurezza sul lavoro, le famose 16 ore fatte dalla scuola è fondamentale, perché è severamente proibito l’ingresso in cantiere, dopo aver come esperienze lavorative fatto altro, ma è fondamentale anche in tutti i settori, perché la formazione, l’informazione, l’addestramento, sono i primi elementi, i primi rudimenti che anche in un lavoro banale o che si ritiene banale come quello del cameriere va affrontato per chi non ha mai svolto precedentemente quell’ attività in quel settore, quindi pretendete di acquisire informazioni e rendetevi disponibili ad essere formati e addestrati, a volte soprattutto i più giovani hanno un po’ l’arroganza del capire subito tutto, ecco abbiate cura di capirlo davvero, perché a volta non aver capito alcune informazioni date dal collega più anziano più esperto o dal datore di lavoro nel primo giorno, nei primi giorni di lavoro, può indurre a commettere gravi errori, che a volte costano gravemente anche in termini di infortuni sul lavoro e quindi meglio una domanda in più per evitare un errore dopo.

D: Grazie mille al nostro dirigente dell’ispettorato nazionale del lavoro la sua rubrica parole di lavoro, torna la settimana prossima.

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