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Macerata, braccia mancanti e distrazioni in famiglia: Leonardo Bedini nelle sue “Storie e leggende marchigiane” ci racconta San Giuliano. L’intervista di Francesca Travaglini. 

D: Con noi c’è Leonardo Bedini, con le sue storie e leggende marchigiane, ciao ben ritrovato.

R: Ciao buonasera a tutti.

D: So che oggi ce ne andremo in quel di Macerata, giusto?

R: Sì esatto a Macerata, e parliamo di caccia, di omicidio, di profezie, pentimento e Redenzione, quindi parliamo di San Giuliano, patrono della città di Macerata, Macerata ha una storia particolare, la nascita ufficiale viene ricondotta il 29 agosto 1138, due Poggi castrum macerate podium sancti iuliani si unirono insieme per dare vita al nuovo comune, il primo con il nome, il secondo porta la tradizione religiosa e il santo patrono San Giuliano, ma è San Giuliano Martire o San Giuliano Il cavaliere ospitaliere? E’ un problema, nei primi secoli dell’anno 1000 erano diffuse due teorie, la più antica faceva riferimento al martire, legava il Santo Antiochia d’Egitto, mentre quella più recente prende il sopravvento, secondo cui a dare vita il culto fosse stata la figura di San Giuliano di Hat detto l’ospedale, la storia sfuma ovviamente nella leggenda, da piccolo mi venne sintetizzata così, è la storia di un uomo che per distrazione ammazza il padre e la madre, spinto dalla mia curiosità, per fortuna, ho approfondito, si narra che in gioventù questo Giuliano fosse uno spietato cacciatore, nessuna preda sfuggiva al suo arco, un giorno mentre era all’inseguimento di un cervo, l’animale smise di fuggire, gli andò incontro dicendogli , come osi inseguirmi proprio tu che ucciderai tuo padre e tua madre, il giovane sconvolto da tale profezia e solo dalla profezia, abbandonò la caccia per evitare che quell’oscuro presagio si potesse avverare, fuggì lontano, senza far sapere ai suoi genitori il motivo della scomparsa improvvisa,, disperati, però i due si misero a vagare alla ricerca del figlio perduto finché non arrivarono proprio al castello dove viveva Giuliano, ma ad accoglierli fu la moglie che ignara della profezia ascoltò la storia, comprese che erano i genitori del marito e decise però di mantenere la discrezione, perché il marito, in quel momento, non c’era e ospitò i suoceri nella propria camera matrimoniale, il mattino seguente la moglie di Giuliano uscì per andare in chiesa, non fu in casa al rientro del marito,, lui vedendo due figure dormire nel proprio letto pensò a un tradimento da parte della moglie senza indugio uccise la coppia, ecco come uccise per sbaglio i genitori, capito al rientro la donna gli rivelò che erano i suoi genitori e Giuliano chiaramente cadde preda della più totale disperazione, decise quindi di diventare un pellegrino, il cui scopo sarebbe stato quello di aiutare il prossimo fino a raggiungere il perdono da parte di Dio tassativamente in solitudine, impose quindi alla moglie assolutamente, di non seguirlo, sua moglie quindi lo seguì perché le dinamiche di coppia sono sempre le stesse, durante il loro vagare si stabilirono lungo il fiume Potenza, allo scopo di aiutare i pellegrini che dovevano attraversare il fiume e costruirono anche un edificio utilizzato per accogliere pellegrini e bisognosi, trascorsi molti anni dal suo servizio, Giuliano sentì una voce chiamarlo, seguendola raggiunse un uomo quasi assiderato lo portò a casa e se ne prese cura a quel punto la figura divenne un angelo e annunciò al pellegrino e sua moglie che sarebbero morti, ma anche più importante che la sua Redenzione era stata raggiunta e sia lui che sua moglie avrebbero raggiunto pacificamente il regno dei cieli, dove Dio li stava aspettando, ciò che spinse verso la certezza che il culto sia nato proprio da questo cavaliere e non dal Martire fu il ritrovamento nel 1442 della reliquia del patrono nascosta in fretta e furia per evitare la trafuga nel processo, il braccio di San Giuliano era andato perduto in quell’anno, un uomo anziano si recò dal vescovo durante una celebrazione, affermando di essere venuto a conoscenza della posizione cui era stata nascosta la reliquia del Santo, sotto l’altare maggiore della cattedrale il vescovo ordinò gli scavi e la reliquia venne alla luce, proprio lì, un lungo braccio avvolto nella seta con un’antica pergamena che recava la scritta, questo è il resto del braccio di San Giuliano che uccise il padre e la madre, capito se l’erano proprio segnato per non dimenticare se l’erano proprio scritto, quindi come vedi, che significa questo, che Dio perdona i Marchigiani, ci devono pensare un po’ di più che poi poi oggi è anche la giornata della famiglia quindi ricordare questa leggenda è ancora più angosciante. 

D: Grazie mille, il nostro Leonardo Bedini che va a scovare quelle storie molto poco conosciute perché veramente sono strane forti, quindi noi ti ringraziamo per questo lavoro di ricerca e non vediamo l’ora di ascoltare nuove storie e leggende marchigiane mercoledì prossimo su Radio Linea numero uno.

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