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La Dea Madre: l’intervista di Beatrice Silenzi a Giusy Shin.

D: Eccoci qua prontissimi per fare due chiacchiere con Giusy Shin, allora con Giusy parliamo della festa della mamma, in realtà la festa della madre.

R: Esatto è la festa della madre, si celebra nel mese di maggio non a caso, anche perché è il mese mariano e la madre per eccellenza, nella nostra tradizione è comunque Maria, la madre di tutti, ma in realtà se andiamo indietro c’erano dei culti preesistenti e sia nelle  religioni, che nei culti, preferisco parlare del culto, c’era comunque questa figura femminile e se torniamo indietro c’erano le dee nel pantheon Greco, ma anche in altri pantheon, altri sistemi che vanno dalla tundra fino al mondo della dell’ America Latina, in realtà c’era questa grande idea, questa grande madre che era il culto che arriva e affonda le radici nel Paleolitico e ci sono dei trattati anche di grandi Robert Graves, ne ha scritto uno proprio, “La grande, la dea bianca e la grande madre se interessa come riferimento bibliografico che parla e racconta proprio di questo che prima di tutto il culto principale era del sole, della Luna,della terra, ma madre terra era colei che dava la vita e colei che dava la forma.

 

D: Al di là del fatto che uno può essere cattolico o meno e che quindi no, perché magari uno lega, maggio il mese mariano e poi naturalmente la figura della Vergine, in realtà insomma sappiamo molto bene che queste cose sono state diciamo così riprese.

R: Esatto, di fatto poi comunque il mese di maggio, negli antichi era un mese dedicato alle dee, sia Era, che Afrodite, che Atena e le statue venivano portate in riva al mare o in riva al fiume, venivano lavate, adornate con fiori e riportate all’interno del Sancta Sanctorum, all’interno del tempio, che è un po’ la processione di fatto, c’è stata una sovrapposizione, ma il culto di Iside, che comunque era la madre di Osiride, tutti i culti avevano questa figura femminile piena d’ amore, a mandata di stelle, se noi andiamo a rivedere i vari inni e le varie preghiere hanno tutte la stessa connotazione, questo non toglie nulla alla sacralità, e al fatto che Maria sia la madre di Gesù, e che sia per chi ci crede effettivamente, la nostra madre Celeste, ma di fatto anche gli antichi e in altre tradizioni credono in una madre Celeste.

D: Detto questo però, tu ti sei occupata proprio anche di cose preistoriche, e c’è un sito che vorrei che tu citassi.

R: Preistoria Initalia.it, ma io me ne sono occupata perché mi interessano i piceni e ho fatto delle ricerche sui piceni e sul culto, c’è una dea che i piceni adoravano che è la dea Cupra  e per la ricerca, sono tornata anche indietro, sono entrata in contatto con delle ricercatrici, perché ho letto diversi libri, e studiose quindi di questi argomenti e mi hanno chiesto di dare una mano alla loro pagina appunto, preistoria initalia.it, che racchiude e contiene tutte le schede tecniche dei siti interessanti, da un punto di vista proprio di studiose che vogliono portare questo culto della dea alla luce, perché è esistito ed è importante che se ne parli, in un modo diverso.

D: Questo è molto interessante, allora tu dicevi che comunque queste cose attengono proprio al nostro territorio.

R: Sì assolutamente, sì nelle Marche è stato ritrovato uno dei siti paleolitici più antichi e si trova nella zona delle Grotte di Frasassi, dove c’è una chiesa bellissima, che si chiama Santa Maria in Infra saxa e ce n’è un’altra romanica che è San Vittorio delle Chiuse, bellissima, vi consiglio di andare, lì in quell’area è stata ritrovata nel 2007 una statuina chiamata Venere di Frasassi, appartiene alle Veneri paleolitiche, una categoria di statuine femminili connotate, dà delle caratteristiche specifiche vale a dire una forma di fianchi larghi di seni prominenti, che indicano l’esistenza,  quella è un’immagine votiva di un luogo di culto, in tutta Europa e nel bacino del Mediterraneo sono state ritrovate in quel periodo storico e vicino a Grotte, quindi questo che cosa significa, significa che c’era questo culto della dea di una signora che era all’interno di Grotte, come il grembo della madre, la Grotta in fondo è quello che veniva, diciamo, rappresentata con che cosa, intagliando una stalagmite e rappresentando la figura femminile, questa statuina piccolina si trova al museo archeologico di Ancona, si chiama appunto Venere di Frasassi, ed è bellissima perché è fatta benissimo ed è peculiare, perché ha la figura femminile, ha le mani giunte a coppa quasi come se offrisse qualcosa, infatti la chiamano anche la Venere offerente,e le informazioni relative a questo reperto le ho raccolte, e c’è tutta la nota bibliografica in questo sito se digitate Venere di Frasassi, con delle informazioni in più.

D: Benissimo, grazie naturalmente Giusy per questo tuo nuovo contributo.

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