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Operai morti durante i lavori alla rete fognaria: cosa è andato storto? E che cos’è la prevenzione? Risponde il dirigente dell’ispettorato nazionale del lavoro Pierluigi Rausei. L’intervista di Francesca Travaglini.

D: A Radio Linea n.1, parlavamo di questo incidente sul lavoro avvenuto a Casteldaccia a pochi chilometri da Palermo, in cui cinque operai sono morti mentre lavoravano alla rete fognaria e un sesto comunque sta malissimo, in rianimazione, ne parliamo con il dirigente dell’ispettorato nazionale del lavoro Pierluigi Rausei nelle sue parole di lavoro che cosa non ha funzionato in questo processo, secondo te e in generale cosa poteva essere fatto meglio?

R: Ciao Francesca, in realtà non è la prima volta purtroppo in Sicilia, non è la prima volta in Italia che accadono tragedie come queste che riguardano i cosiddetti spazi confinati o ambienti sospetti di inquinamento, in realtà è una delle dinamiche di rischio e di pericolo che il legislatore attenziona in modo particolare nel Testo Unico Sicurezza sul lavoro, il decreto 81 del 2008 pone su questi spazi, su questi ambienti, grandi attenzioni soprattutto quando ci si svolgono attività lavorative, considera che un decreto presidenziale del 2011 il 177 obbliga le aziende come la Group Quadrifoglio, che purtroppo ha avuto queste vittime tra l’altro, non soltanto operai ma anche il co-titolare della ditta rimasto vittima dell’infortunio e tra i deceduti. Quindi abbiamo un datore di lavoro, quattro lavoratori e un altro che noi speriamo possa riprendersi è però in condizioni gravissime, che entrano in questa cisterna di acque reflue in sollevamento svolgono attività ordinaria di manutenzione non sono neanche giovanissimi perché l’unico ragazzo che perde la vita il ventottenne non è un lavoratore della Quadrifoglio, ma un lavoratore dell’AMAP, l’azienda municipalizzata palermitana in cui questo tipo di attività viene svolto da persone di larga esperienza oltre quarantenni oltre cinquantenni, il tema è che cos’è la prevenzione? Intanto è mio dovere non solo istituzionale, ma anche personale, avvicinarmi alle famiglie quindi quando poi si tratta di vicende come queste così dolorose non si può non essere vicini con il cordoglio più pieno e sincero alle famiglie, perché parlare poi di errore umano è facile parlare di errore imprenditoriale è facile, ma dietro ci sono poi le vite di quelli che restano, che sono legate ovviamente a chi non c’è più, e chi non c’è più probabilmente qualche errore di manovra l’ha commesso, lo diceva quest’oggi il comandante dei vigili del fuoco di Palermo e in realtà sono morti uno dopo l’altro per le esalazioni di questi gas che ovviamente nelle fognature si sviluppano in profondità e l’errore tecnico umano totalmente umano è quello di non aver preso le misure di sicurezza quando i primi due operatori non sono risaliti, in superficie e questi spazi confinati o sospetti di inquinamento impongono questo ti dicevo che il datore di lavoro, che vuole lavorare all’interno, riceva delle specifiche certificazioni che si aggiungono agli obblighi di formazione ordinaria, il datore di lavoro ha mostrato ovviamente il suo lato di umanità scendendo lui stesso ma ha commesso un errore straordinario che è stato quello di non verificare le condizioni oggettive di salute, cosa è necessario fare intanto dotarsi di strumenti tecnologici, non si scende in cisterna senza aver valutato il livello di esposizione al gas, al rischio perché se il livello è di tossicità così alto non è sufficiente neanche la maschera è necessario avere dei dispositivi molto più protettivi o addirittura evitare, finché le esalazioni non cedono sotto un livello di soglia, e poi occorre pensare alla tecnologia più avanzata, ma perché l’uomo deve scendere in queste cisterne quando oggi i robot possono fare lo stesso tipo di servizio, certo molto più costoso e qui entriamo nel vero cancro della sicurezza sul lavoro nel nostro paese, perché la sicurezza sul lavoro nel nostro paese non è vista come cultura, come valore della persona che lavora, è visto come costo e quindi necessariamente come risparmio sui costi, è chiaro che se scende l’essere umano senza tecnologie utilizzando l’esperienza che per quanto possa essere utile in molti settori non lo è nelle cisterne negli spazi confinati, negli spazi sospetti di inquinamento perché lì non basta l’esperienza perché ogni gas reagisce in modo proprio a seconda dei tempi di esposizione della condizione di clima, in cui si trova il luogo di lavoro in cui si va a lavorare non è possibile immaginare i risparmi tanto più quando a farli è un’azienda pubblica la municipalizzata di Palermo cosa ci stava a fare quel ragazzo, tra l’altro di un’agenzia di somministrazione dell’AMAP, insieme ai lavoratori, scendere in cisterna è vietato per il somministrato di un altro datore di lavoro per altro pubblico, svolgere l’attività dei lavoratori della Quadrifoglio, quel ragazzo non sarebbe mai dovuto scendere sotto, il ventottenne è escluso che dovesse fare le stesse attività e qui c’è un errore nell’appalto pubblico nel capitolato nel bando, nell’esecuzione del bando, oltre che nelle misure di sicurezza, questo è il tema dei temi il paese, soprattutto il pubblico, ha il dovere di avviare una dimensione nuova di sicurezza sul lavoro che non è fatta di documenti che sta lì tanto, di certificazioni che sta lì tanto per stare lì, per salvare vite, ecco quando la sicurezza sarà vista come vera e propria prevenzione, quando avremo i lavoratori informati in ogni settore dei pericoli a cui vanno incontro svolgendo qualsiasi manovra di lavoro, quando avremo la piena conoscenza da parte di tutti, anche in uno studio di registrazione di trasmissione radiofonica come il tuo, dei rischi che si corrono di elettrocuzione, rispetto all’elettricità di soffocamento, rispetto ad alcuni ambiti di utilizzo di cavi, è indispensabile il rischio ottico, il rischio acustico, perché poi uno pensa uno studio di registrazione, che rischi può avere, ci sono e ci sono i pericoli il pericolo antincendio, e allora occorre che ogni lavoratore che entra in ogni spazio di lavoro in ogni settore, abbia coscienza dei pericoli che corre dei rischi che si possono verificare e di come prevenirli o evitarli perché si può fare tecnologicamente, ieri il dramma di queste morti che stanno sul cuore di tutti coloro che amano il lavoro fatto bene, il lavoro regolare, il lavoro sicuro, non dovevano essere in quel momento in quel luogo a svolgere in quel modo la prestazione lavorativa che a richiesta bisogna spendere un po’ di più se ragioniamo di costi e farlo tutti insieme come collettività, bisogna insegnare ai ragazzi nelle scuole cos’è la sicurezza sul lavoro, come si individuano, si verificano e si valutano i rischi, altrimenti saremo qui purtroppo, come sempre ormai da gennaio, è una lista che si sta solo arricchendo drammaticamente di settimana in settimana a piangere le nostre vittime, il lavoro deve essere la fonte della dignità dell’uomo, fatta sia per essere se stessi, realizzare se stessi attraverso ciò che si fa, ma anche per riuscire a vivere una una vita libera e dignitosa per sé e per la propria famiglia, è questo quello che dice la nostra Costituzione e a Casteldaccia questo, a queste vittime non è stato dato.

D: Grazie mille allora per averci un po’ chiarito la situazione, al dirigente dell’ispettorato nazionale del lavoro Pierluigi Rausei, le sue parole di lavoro tornano martedì prossimo a Radio Linea n.1

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