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Simbolismo dell’equinozio: ne parliamo con Giusy Shin. L’intervista di Beatrice Silenzi.

D: Eccola qua, Giusy Shin insieme a noi e oggi parliamo di simbologia, come abbiamo già fatto anche in passato, perché sta arrivando l’equinozio di primavera che è tra le cose che la gente aspetta di più, più dell’estate, più del solstizio estivo, perché già le temperature sono più miti.

R: Sì, è proprio un cambio di energia, l’equinozio di primavera soprattutto. L’anno è diviso in solstizi ed equinozi dal punto di vista astronomico, ma anche energetico, ci sono delle tradizioni, come la tradizione celtica, che prevede la celebrazione delle stagionalità e quindi c’è una sorta di ruota dell’anno che coincide con solstizi, quello d’inverno e quello di estate, giorno più lungo, giorno più corto; e gli equinozi, e lo dice la parola stessa, uguale durata della notte e del giorno. Ma la cosa più bella che c’è in questo aspetto che è astronomico, e quindi è un fenomeno atmosferico, è che le giornate si allungano, è più caldo, ci sono più ore di luce e siamo tutti un po’ meglio o comunque c’è una ripartenza, e c’è tutto un fiorire, guardiamoci intorno, anche in questi giorni sono esplosi i fiori e gli animali escono dal letargo; è vero che questo è stato un inverno un po’ strano e balordo e quindi non si è capito bene e le stagioni non sono più come dicevano. Però, diciamo che l’equinozio di primavera in particolare, coincide con questa ripartenza, tra l’altro cade anche una festività importante per noi che è la Pasqua, e ti dico anche, siccome la Pasqua è una festa mobile, non tutti sanno che cade sempre esattamente dopo il primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera. Quando è stato assunto il calendario gregoriano sono stati definiti delle date ben precise e la Pasqua è stata fatta coincidere appunto con la prima domenica che cade successivamente al plenilunio dopo l’equinozio di primavera, questo anche a simboleggiare la rinascita, la resurrezione.

D: Beh, devo dire che al di là di tutto quello che uno può pensare, sicuramente l’equinozio, come dicevamo prima, ha delle valenze che sarebbe curioso indagare attraverso qualche lettura.

R: Ce ne sono tanti che parlano di questo argomento legati appunto a tradizioni del mondo celtico dove viene chiamata ostara; e anche linguisticamente in inglese Easter è Pasqua.

D: Noi facciamo sempre riferimento al mondo celtico, la nostra cultura però è indoeuropea nel senso che ha una matrice Mediterranea.

R: Esatto, anche in quel periodo lì, i romani in primavera celebravano, proprio in coincidenza dell’equinozio, il ver sacrum, che era il volo del picchio sacro; noi nelle Marche poi lo abbiamo come simbolo della nostra regione, perché avveniva la migrazione, perché si cercavano nuove terre, i giovani partivano alla ricerca di nuove terre e quindi andavano in altri territori. Una leggenda dice che nelle Marche siano arrivati i piceni perché dalla Sabina hanno seguito dei picchi, infatti, dopo aver chiesto aiuto al Dio Marte, nel tempio del Dio Marte venivano custoditi e considerati sacri i picchi, veniva quindi fatto volare questo picchio e i giovani del villaggio seguivano il picchio e il suo volo sacro diventava l’indicazione per le nuove terre dove andare.

R: Io sono veramente molto affascinata da queste cose. Grazie a Giusy Shin per essere stata con noi, buon pomeriggio!

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