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Diego Fusaro, saggista e filosofo, dice la sua sul Green Pass globale. L’intervista di Francesca Travaglini.

D: A Radio Linea n°1 diamo il ben ritrovato al filosofo e saggista Diego Fusaro, ciao rieccoci qua!

R: Un caro saluto da Diego Fusaro e buona domenica! 

D: Come sempre commentiamo insieme l’attualità e a quanto pare è stato approvato, ormai il 26 febbraio, il cosiddetto Green pass globale: un documento digitale per la condivisione dei dati sanitari, il governo meloni ha aderito a questa iniziativa approvando proprio un decreto legge ad hoc. Che ne pensi? 

R: Come volevasi dimostrare le misure prese per l’emergenza sopravvivono all’emergenza stessa e si mutano in nuova normalità, l’avevamo detto fin da quando il Green pass fece la sua comparsa sulla scena del mondo; noi commentammo, peraltro appellandolo infame tessera verde, che non se ne sarebbe mai andato e così purtroppo è stato con tutta evidenza se adesso addirittura stiamo assistendo all’istituzione di un green pass globale sotto l’egida dell’OMS: l’organizzazione mondiale della sanità. Un green pass globale che di fatto diventerà determinante per gli spostamenti, per le attività e insomma, come volevasi dimostrare, l’infame tessera verde si istituzionalizza e diventa qualcosa di normale. Perché avevamo criticato a suo tempo l’infame tessera verde? Intanto per ragioni puramente medico-scientifiche: contrariamente a quello che disse Mario Draghi, il Green pass non produce ambienti sani dato che anche chi ha il Green pass può contagiarsi e contagiare, ma poi le vere ragioni del Green pass non sono neppure medico-scientifiche ma politiche. Il Green pass serve anzitutto a discriminare chi non si piega alle decisioni di volta in volta prese dal potere, quindi diventa l’equivalente della tessera di un partito, senza la quale si viene esclusi dalla vita pubblica, dal lavoro e più in generale dalla vita stessa. Quindi diventa uno strumento di discriminazione, diventa uno strumento di controllo biopolitico sopra e sotto la pelle e poi soprattutto diventa un dispositivo con il quale, come ha scritto Giorgio Agamben, la libertà autorizzata diventa realtà. La libertà autorizzata vuol dire che, per poter usufruire di diritti e di libertà come quella di muoversi, di partecipare alla vita pubblica, di accedere a teatro o in biblioteca bisognerà esibire la tessera verde aggiornata secondo le richieste del potere; ora è evidente che una libertà autorizzata non è una libertà ma bensì una concessione che può essere, in quanto tale, revocata di volta in volta e questo dispositivo è perciò pericolosissimo dato che ci sequestra le libertà e ce le restituisce di volta in volta se esibiamo la tessera verde in regola. Per tutte queste ragioni credo che l’infame tessera verde debba essere fermamente contestata anche nella sua variante globale. Va detto per onestà di cronaca che il governo Meloni ha inizialmente accettato l’infame tessera verde, nei giorni scorsi ha fatto sapere che però l’Italia non aderirà al programma dell’OMS o almeno per ora, sottolineo almeno per ora perché bisogna capire per quanto tempo l’Italia riuscirà a resistere.

D: Sì esatto è stato fatto un passo indietro sottolineato dal ministro della sanità Orazio Schillaci, quindi staremo a vedere e scopriremo cosa accadrà nei prossimi giorni. Nel frattempo cosa accadrà? Ti potremo seguire anche live da qualche parte?

R: Sì, sarò il 17 di Marzo, quindi domenica prossima, a San Severino Marche in un evento magistralmente organizzato dall’imprenditore e diffusore di cultura Gianluca Bonifazi. Insieme a Marcello Veneziani parleremo del tema destrash e sinistrash: la politica al tempo del trash alle ore 17:15 a San Severino Marche. Sarà quindi un dibattito filosofico sulla decadenza della politica al tempo delle reti sociali, dell’internet e più in generale del trash, vi aspettiamo numerosi; trovate tutte le informazioni sui miei canali social. 

D: Grazie mille, per quanto ci riguarda a domenica prossima, Diego Fusaro.

R: Un caro saluto da Diego Fusaro!

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