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Cosa c’entra l’orientamento sessuale con la vocazione sacerdotale? Francesca Travaglini lo chiede al teologo biblista fr. Alberto Maggi.

D: Diamo il ben ritrovato, al teologo biblista, frate Alberto Maggi, ciao frate Alberto rieccoci qua, per commentare la tragica attualità di Papa Francesco, che nella chiesa c’è spazio per tutte, però allora diaconato femminile no e i preti non devono essere omosessuali poi tra l’altro ha utilizzato un’altra espressione, non negando di averla utilizzata, per cui l’ha fatto e che non voglio assolutamente ripetere, perché neanche nei peggiori bar, quindi secondo te che cosa ne pensi?

R: Questa parola l’ha usata il papa, però questa frase è contestualizzata, nell’ambiente, che non è tanto per l’orientamento sessuale, non era questo il riferimento del Papa, il papa già lo ha detto lui, è scandalizzato da questi giovani con i pretini, sono tutti preti sfornati, che vanno nelle sartorie ecclesiastiche, stanno attenti al pizzo, al merletto, questa parola non indica tanto l’orientamento sessuale, ma un atteggiamento lezioso, un atteggiamento ricercato, che comunque è sempre offensivo verso la comunità comunque, cioè riferire questi atteggiamenti alle persone omosessuali è comunque secondo me offensivo, comunque andiamo avanti, l’orientamento sessuale è determinante nella vocazione di un presbitero.

D: Questo volevo chiederti, nella vocazione di un presbitero, che sceglie di servire in questo modo la chiesa, c’è bisogno di bontà d’animo, di generosità e di altruismo.

R: Il presbitero è colui che sceglie, perché è vero che ci chiama è il signore, ma bisogna vedere com’è questa chiamata, perché è una scelta dell’individuo, che sente in questo modo di realizzare pienamente la propria esistenza, come mettendola a servizio degli altri, poi che tu sia etero che sia omo,che sia un po’ di più di una certa forma,l’importante è come dirigi la tua vita, per il bene degli altri, ecco questo è fondamentale sottolinearlo, perché nel frattempo c’è stata tutta una sorta di di protesta, anche perché oltre al danno la beffa, cioè nel momento in cui si richiede l’astinenza sessuale, cioè voglio dire non cambia nulla no, anche l’orientamento, è che la chiesa su questo argomento, l’unica parola che può dire,è perdono, chiediamo perdono, abbiamo sbagliato tutto, abbiamo tradito il messaggio di Gesù, Gesù diceva, non caricate i pesi sulle persone che voi non portate neanche con un dito e noi non soltanto abbiamo caricato questi pesi, ma ci siamo schiacciati sopra, quindi la chiesa non deve trattare questo argomento, tra l’altro, il documento del catechismo della chiesa cattolica è pieno di contraddizione, perché la Chiesa ha fatto un passo avanti è riuscita finalmente ad ammettere che l’omosessualità non è una malattia, e non è neanche uno stile di vita che uno si sceglie, ma che si nasce, che fa parte della natura, quindi la chiesa ha fatto questo passo avanti, ma arriva la contraddizione però, cosa può fare un omosessuale e deve vivere casto, deve vivere il celibato, che è come dire ad una pianta guarda, va bene puoi crescere, ti consentiamo di crescere, però attenzione non puoi fiorire, quindi è una contraddizione della chiesa, cambierà anche questo come ha sottolineato Vito Mancuso.

D: Grazie mille allora per averci chiarito alcuni punti, un po’ come dire, difficili da accettare, al nostro teologo frate Alberto Maggi che ritroviamo come sempre domenica.

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